OUTSIDE THE LINES: MURAT PELIT

Abbiamo avuto la fortuna di passare una giornata in compagnia di Murat Pelit, atleta della nazionale paraolimpica svizzera, arrivato a Carosello 3000 con l’iniziativa organizzata da Soul Running per The North Face e la sua community “Never Stop Milano".

Murat è un ragazzo che subito colpisce per la sua allegria e la sua energia: è un’amante della montagna e degli sport outdoor, pratica infatti qualsiasi attività che gli dia la possibilità di stare all’aria aperta: dallo sci, alla mountain bike, fino alla pesca nelle giornate di relax.

Nel 2013 gli è stato diagnosticato un tumore maligno all’osso sacro (condrosarcoma sacrale), che lo ha portato ad una paraplegia incompleta. Ma questo non ha fermato la sua passione: ha imparato a sciare con il monosci, e ora si impegna con la nazionale svizzera nel circuito di coppa del mondo. Un grande esempio di forza e determinazione, ha accettato la sfida che la vita gli ha posto, continuando a vivere con gioia le sue passioni.

Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscerlo meglio:

Ciao Murat, quando è nata la tua passione per lo sci e per gli sport outdoor e quali sport pratichi attualmente?

Ho sempre avuto fin da piccolo un forte attaccamento o legame con la montagna, crescendo mi sono legato ancora di più ad essa praticando lo sci, ma mi piacciono tutti gli sport praticabili in montagna come la mountain bike, la pesca nei laghi alpini, per poi divertirmi con il wakeboard quando ritorno in pianura.

Come ti ha aiutato lo sport a superare i momenti difficili della tua vita?

Per me lo sport è sempre stato un momento di distacco da tutto ciò che ho avuto, quindi, grazie allo sport posso dire di aver trovato un modo per stare bene con me stesso facendo ciò che mi piace, spesso superando o superandomi nei miei limiti.

Ti impegni molto anche nel sociale e per aiutare altre persone con disabilità, quali progetti stai portando avanti?

Si, l’anno scorso con i miei amici abbiamo fondato l’associazione Ti-Rex Sport, ci occupiamo di promuovere gli sport più “estremi”, unendo persone con disabilità e normodotati offrendo loro giornate e materiale necessario a praticarli. Dalla mountain bike al wakeboard, fino a sorvolare i cieli con il parapendio.

E oltre a questo sono molto orgoglioso anche di essere vicepresidente di Espérance ACTI, associazione umanitaria attiva in Indocina.  

Cosa consiglieresti a chi recentemente ha dovuto affrontare una disabilità?

Consiglio loro di rincorre ancora i propri sogni, la vita, anche se diversamente, va avanti alla grande e oggi come oggi si può fare tutto. A chi è nella mia situazione dico sempre: “non guardare la carrozzina, non fissarti sui piedi, ma alza lo sguardo. E guarda le montagne”.